domenica 2 dicembre 2007

MERITOCRAZIA O RACCOMANDAZIONE?

In questi giorni si sente molto parlare dei problemi dei giovani e del difficile accesso che hanno nel mondo del lavoro. I genitori, si sa, dicono continuamente ai figli di studiare perché lo studio da maggiori possibilità nella vita. Ma è veramente cosi??? A me stanno sorgendo sempre più dubbi...
La mia generazione non riesce più come una volta a prevedere il suo futuro:una volta avere un diploma o, ancor meglio, una laurea, era sinonimo di realizzazione personale nella vita. Ora invece si vedono tantissimi giovani con diplomi o addirittura lauree che raramente riescono a trovare un lavoro che premia quei tanti anni di studio in un determinato settore.
Accanto a questo si vedono sempre più figli che riprendono i lavori dei padri. Facciamo un esempio:vi siete mai chiesti che possibilità ha un giovane laureato in giurisprudenza di intraprendere la carriera notarile? Io penso che siano davvero poche, se non addirittura nulle. Quasi tutti i neo notai lo sono riprendendo il lavoro del padre. E allora cosa succede? Succede che anziché progredire stiamo regredendo, tornando al terzo secolo, dove i figli erano costretti a riprendere il lavoro del padre. Parliamoci schietto: in Italia oramai per sistemarsi e realizzarsi una carriera professionale degna di rispetto, la raccomandazione è d'obbligo. Se non si hanno le raccomandazioni nella maggior parte dei casi si rimane precari o si è costretti a fare lavori che non hanno nulla a che vedere con quel che si ha studiato. E come se non bastasse lo stato anziché pensare a come risolvere questi problemi, se la prende con i giovani, come per esempio ha fatto il ministro dell'economia, Padoa Schioppa. Non ci possiamo far prendere in giro da gente che vive in ville super lussuose, rendiamocene conto!
E' necessario che il lavoro in Italia funzioni secondo meritocrazia e non più per raccomandazioni!

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