Sull’ansa si leggeva questo: STRAGE A GAZA, DONNE E BAMBINI TRA LE VITTIME.
ROMA - E' guerra aperta nel nord della Striscia di Gaza, dove dalla notte scorsa le forze israeliane stanno combattendo la loro più dura battaglia dai tempi del ritiro unilaterale del 2005. Il bilancio, che si è costantemente aggravato nel corso della giornata, quando è sera registra 49 palestinesi uccisi (tra cui nove adolescenti di età compresa fra 13 e 17 anni e almeno altri cinque civili adulti tre dei quali donne) e oltre 150 feriti, anche in questo caso con molti civili. Da parte israeliana si registrano due soldati uccisi e sei feriti, oltre a cinque civili (due dei quali bambini) feriti dai razzi caduti anche oggi sulla città di Ashkelon.
Un piccolo stralcio di una tipologia di notizia che corre ormai imperterrita da quasi la fine della seconda guerra mondiale. I palestinesi, stanchi della continua migrazione degli ebrei verso quella terra decidono di rivendicare i propri diritti e i propri territori. A quel punto, inizia una guerra fra quei due popoli che ancora oggi non cessa di esistere. La cosa più brutta è che la razza umana che sta su quel pezzo di terra non riesce a trovare un accordo per finirla con le ostilità. Abbiamo visto bambini e bambine, israeliani, che si divertivano a colorare bombe destinate ai propri coetanei palestinesi. Se questa è una cosa normale…
Io comincio anche a pensare, cioè penso da molto tempo, che sotto a tutto questo putiferio ci siano dei grossi affari economici. L’asse Washington-Tel-Aviv è il cancro del mondo, tutto gira attorno a se…soldi, affari, e chi più ne ha più ne metta. La loro economia è potente grazie alle armi, possiedono infatti gli eserciti migliori al mondo. Persistono i giochetti delle tregue, degli accordi insignificanti e delle bombe sui civili.
E a rimetterci, come sempre, non sono coloro che pianificano, organizzano e tramano guerre e complotti, ma il popolo. La guerra non se la combatte chi la vuole e chi ci guadagna veramente da essa, ma chi viene ingannato da futili ambizioni. Quel che manca è la vera cultura, perché se veramente ci fosse quello che definiscono il progresso dell'umanità, a questo punto non staremmo qui a contare vittime di un'inutile guerra.
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