venerdì 7 marzo 2008

INTEGRIAMOLI, MA NON ALL’AMERICANA!

Sono sempre stato contro all’integrazione. L’integrazione la vedevo come un male, fare entrare degli sconosciuti sul territorio in cui vivo. Questi sconosciuti poi, non avendo soldi, lavoro e mezzi per sopravvivere, si metteno, per forza di cosa, a rubare o in generale a compiere atti criminosi. Credo, che tuttavia, bisogna porsi delle domande per riflettere e verificare se la propria idea può essere davvero sostenuta in tutto e per tutto.
Il mio primo ragionamento che mi ha indotto a ricredermi su questo argomento è principalmente il fatto che viviamo in una società distrutta dai brutti vizi dei politici, dalla mentalità consumista che va piano piano a distribuirsi nelle menti della gente, dalla stanchezza del non arrivare a fine mese e dover mantenere in piedi una famiglia – potrei dilungarmi ancora per molto, ma preferisco smettere – tutti questi fattori determinano una società che non va avanti. Allora mi piacerebbe sapere come si fa ad avere un’integrazione in un volgo come questo. La mia idea di integrazione è questa: scambio di idee e confronto democratico fra le due popolazioni. Dovrebbe essere un continuo aiutarsi, tutti i cittadini sono ritenuti uguali senza guardare il colore di pelle o l’accento errato della lingua italiana.
Tutto questo sarebbe bello, anche se credo che ogni paese debba detenere il proprio nome e andarne fiero, ma lo reputo alquanto utopico. Basti guardare gli Stati Uniti, il quale è si un grande miscuglio di razze, culture, usi e costumi, ma è anche uno stato con tanto razzismo. I neri vivono in ghetti dove la vita te la fai spacciando, o finendo morto sotto il fuoco di qualche “banda” la quale non sa cosa fare il giorno e realizza questi atti indegni. Poi dall’altra parte del quartiere vedi dei mega villoni dove ci alloggiano persone che con il denaro non sanno cosa farsene. Questo concetto non mi sembra un’integrazione. Gli USA sono un grande stato grazie agli affari con armi, la vittoria delle più grandi guerre accadute sulla faccia di questo pianeta e, devo ammetterlo, grazie alla loro furbizia di svilupparsi. Le multinazionali sono i loro punti-forza, che però sono un po’ carenti sul piano dei diritti umani. Mi ricordo un fatto che coinvolse la Nike, produttrice di scarpe, la quale venne coinvolta in un caso di sfruttamento delle persone umane. Oppure in Colombia la Coca Cola fa morire gente di sete per avere l’acqua nelle proprie fabbriche.
Non voglio sprofondare troppo nel monotono, ma se non si portano verità agli occhi della gente, essa non potrà mai capire in realtà i fatti reali delle cose.
Tutti questi esempi mi sono serviti per far capire quanto l’integrazione sia un’immaginazione e così solo resterà, finchè la mentalità umana non cambierà radicalmente. C’è sempre qualcuno pronto a fare il più furbo dell’altro e a fregare tutto il sodalizio di chi lo circonda.



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