venerdì 20 giugno 2008

VERI DEBITI?


L'argomento che voglio affrontare è sicuramente molto scottante, specie per noi studenti. E' stato l'incubo per migliaia di ragazzi e famiglie e ora, alle porte dell'estate, si è giunti alla resa dei conti. Parlo ovviamente della questione dei "debiti" formativi. Premetto che colui che scrive è uno dei tanti studenti delle scuole superiori, che non ha riscontrato debiti durante l'ultimo anno scolastico. Tale precisazione mi sembra d'obbligo per garantire alle parole che seguiranno la massima credibilità agli occhi di chi legge. Potrebbero infatti sembrare frutto della "vendetta" e del "rimpianto". Non è cosi'.
Prima di dare dei giudizi personali e lanciare accuse vorrei riepilogare molto brevemente la situazione: il 3 ottobre 2007 il ministro Giuseppe Fioroni ha reintrodotto il vecchio sistema degli "esami di riparazione", abrogando il decreto dell'8 agosto 1995 che ammorbidiva la gravosità del debito formativo. Con la legge Fioroni quindi l'insufficienza è ritornata ad essere un incubo per lo studente: infatti anche con una sola insufficienza, se non recuperata entro settembre, uno studente deve essere bocciato.
Ovviamente, ma era prevedibile, il malcontento ha cominciato a girare copioso tra gli studenti. Ci sono stati "scioperi", manifestazioni in piazza, ma non è cambiato praticamente nulla dal punto di vista legislativo. Nemmeno con la neo-ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini.
La critica che intendo muovere contro questo sistema non riguarda però solo la questione del debito, ma un po' tutto il sistema valutativo dell'istruzione italiana. Un sistema che, confrontato con altri, mi è sembrato esageratamente limitato. A partire dai programmi, a mio parere troppo infarciti di nozioni, talvolta futili o affrontate troppo sommariamente per essere apprese. Ma non è questo l'argomento clou di questo post. Infatti il problema più preoccupante è secondo me quello valutativo, che rischia di aggravare la già deficitaria qualità della nostra scuola. Prendiamo d'esempio un caso molto comune, credo, all'interno degli istituti superiori italiani: c'è uno studente, più che sufficiente in tutte le materie, ma con un debito. Con quel debito, come già detto, rischia di essere bocciato. E magari, come spesso accade, quel debito riguarda una materia che non piace o che non interessa, e che di conseguenza viene appresa con più fatica. Bene, uno potrebbe dire: "beh, poteva scegliere un'altra scuola". Ma vi pare giusto che uno che va al Liceo classico, che ama le materie umanistiche, le studia con ottimi risultati, debba essere bocciato per un debito in matematica(una delle materie più "odiate")?. Che scuola avrebbe dovuto scegliere questo tizio, un istituto professionale, dove la matematica è a livelli più bassi? Se si, con questo sistema non si rischia di perdere per strada per futili congetture grandi menti? Insomma, per farla breve, a me non me ne frega niente che uno studioso in lettere conosca bene le equazioni. Sbaglio?
E poi c'è da pensare a quanta differenza ci sia tra un 5 ed un 6, specie in matematica. Spesso ci si prende il debito con un 5,5 di media. Insomma, sarebbe bastato che in un compito uno avesse fatto due calcoli in più giusti e si sarebbe tranquillamente salvato. Le differenze tra un rimandato ed un promosso sul filo del rasoio sono quindi esageratamente minime. Ed è giusto che per un'inezia, un mezzo voto, uno rischi di perdere anni? Secondo me no, e per voi?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con tutto quanto hai scritto.
Non penseranno davvero il Fioroni e la Gelmini di avere promosso cultura in questo modo?
Lo trovo un sistema ignobile e ingiusto.
Dovrebbero invece programmare corsi di aggiornamento per gli insegnanti!

Ciao, buona domenica!